Il battito del "Cuore"
Il primo libro che ho letto, fu probabilmente il libro "Cuore". Avevo sei anni.
In tv andavano pochi cartoni animati e uno tra essi era proprio tratto dal libro in questione. Mia nonna non fece altro che tirar fuori un tomo pesantissimo dalla copertina blu, mi disse "leggilo" e così feci. Ovviamente, ero innamorata di De Rossi.
Sì, come il calciatore.
Era biondo, bellissimo, di buon cuore e il primo della classe. Il classico saputello che, però, non se la tira. D'altronde mi sarei anche innamorata di Anthony, il principino sfigato di Candy Candy. A me i bei tenebrosi alla Terence non sono mai piaciuti e poi, diciamolo, se Anthony non fosse caduto da cavallo morendo, Candy sarebbe invecchiata con lui e avrebbero avuto tre figli altrettanto biondi e altrettanto stucchevolmente, melensi.
Ma torniamo a De Rossi. Il libro "Cuore" era il finto diario di tale Enrico Bottini che era totalmente mediocre come è giusto che sia per permettere al lettore di immedesimarsi e per far sì che il protagonista impari qualcosa che gli cambierà la vita. In realtà il diario era una scusa per raccontare la vita di allora, i poveri, gli invalidi di guerra, il Re, la società.
La cosa migliore, però, erano i Racconti Mensili: come saprete, ognuno di essi volto a narrare le gesta di un giovane protagonista il quale o veniva ucciso o moriva di malattia. I più fortunati guarivano dalla tisi. Ovviamente ero innamorata del piccolo scrivano fiorentino che restava sveglio la notte a completare il lavoro del padre il quale se la prendeva pure col figlio che aveva iniziato ad andare male a scuola.
Che il libro "Cuore" abbia iniziato ad attrarmi verso il mondo della formazione ed educazione, è chiaro e palese, ma come sia stato propedeutico a scrivere la mia prima opera, ve lo racconto la prossima settimana.
In tv andavano pochi cartoni animati e uno tra essi era proprio tratto dal libro in questione. Mia nonna non fece altro che tirar fuori un tomo pesantissimo dalla copertina blu, mi disse "leggilo" e così feci. Ovviamente, ero innamorata di De Rossi.
Sì, come il calciatore.
Era biondo, bellissimo, di buon cuore e il primo della classe. Il classico saputello che, però, non se la tira. D'altronde mi sarei anche innamorata di Anthony, il principino sfigato di Candy Candy. A me i bei tenebrosi alla Terence non sono mai piaciuti e poi, diciamolo, se Anthony non fosse caduto da cavallo morendo, Candy sarebbe invecchiata con lui e avrebbero avuto tre figli altrettanto biondi e altrettanto stucchevolmente, melensi.
Ma torniamo a De Rossi. Il libro "Cuore" era il finto diario di tale Enrico Bottini che era totalmente mediocre come è giusto che sia per permettere al lettore di immedesimarsi e per far sì che il protagonista impari qualcosa che gli cambierà la vita. In realtà il diario era una scusa per raccontare la vita di allora, i poveri, gli invalidi di guerra, il Re, la società.
La cosa migliore, però, erano i Racconti Mensili: come saprete, ognuno di essi volto a narrare le gesta di un giovane protagonista il quale o veniva ucciso o moriva di malattia. I più fortunati guarivano dalla tisi. Ovviamente ero innamorata del piccolo scrivano fiorentino che restava sveglio la notte a completare il lavoro del padre il quale se la prendeva pure col figlio che aveva iniziato ad andare male a scuola.
Che il libro "Cuore" abbia iniziato ad attrarmi verso il mondo della formazione ed educazione, è chiaro e palese, ma come sia stato propedeutico a scrivere la mia prima opera, ve lo racconto la prossima settimana.
Ma la Montessori lo consigliava...? ��
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaDi leggere "Cuore"? ;)
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