Misteri Tropicali

Passano gli anni.
Quattro, dal mio primo scritto. Nel frattempo ne ho iniziati altri, ne ho completati pochi e non li ho fatti leggere a nessuno. Rappresentavano solo esercizio di scrittura creativa e sono sincera se dico che non li ricordo nemmeno più. Intanto che scrivo, continuo a leggere i libri per ragazzi della "Mondadori Junior" e li amo perché narrano di amicizia, amore, guerre, omosessualità, lutti e tutti gli argomenti che ogni adolescente dovrebbe affrontare, facendolo in modo più delicato e meno chiassoso di adesso. A 13 anni, però, incontro lui ed è amore a prima vista. Non possiamo più fare a meno l'uno dell'altra e da allora rimarremo insieme per sempre: il GIALLO.
Ebbene, io quando leggo gialli e thriller, mi esalto. Mi sembra di essere posseduta dall'emozione e più è malvagia, meglio mi sento. Vale anche per il cinema: il male nell'arte fa meno paura, serve a esorcizzare le ansie della vita reale. Ad ogni modo, ne ho letti tanti, ma non ne avevo mai scritti fino ai diciassette anni quando, ispirata dal clima vacanziero, scrivo "Misteri Tropicali"; vado in spiaggia e scrivo. Ora, non so cosa ci sia di tropicale in un villaggio turistico nelle Marche dove, per inciso, trascorro tutt'ora le mie ferie, ma in quel momento tra l' Adriatico e Porto Recanati, mi sento immersa in un'atmosfera esotica che mi stuzzica la voglia di adrenalina. La storia era banale, ma cimentarsi in un giallo dove ogni indizio deve andare al proprio posto senza rivelarsi troppo presto, non è facile. Ricordo che la mia amica Chiara aveva realizzato una simpaticissima illustrazione a fumetti di una scena della storia.
Storia che, sebbene a distanza di anni e con molta esperienza in più, sto rielaborando per uno dei miei romanzi... ma questa è un'altra storia...

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